Portare una borraccia o uno shaker durante l’allenamento è ormai una scena comune, e dietro a questo gesto si nasconde una realtà più complessa legata agli integratori alimentari. Non si tratta semplicemente di un’abitudine, ma di una risposta concreta a esigenze nutrizionali specifiche, soprattutto per chi pratica sport a livelli elevati. Gli integratori, spesso sotto forma di polveri, capsule o bevande, rappresentano un complemento, non un sostituto dell’alimentazione quotidiana. Lo ricorda chiaramente Laurie-Anne Marquet, una voce autorevole nel campo della nutrizione sportiva, che spiega come questi prodotti mirino a integrare quanto non sempre si riesce a ottenere solo dal cibo.
Un dettaglio che molti sottovalutano è proprio questa distinzione fondamentale: gli integratori non sono pasti né sostitutivi delle normali scelte alimentari, quanto piuttosto strumenti progettati per colmare carenze o rispondere a esigenze temporanee. Non è raro vedere atleti affidarsi a uno shaker proteico subito dopo l’attività fisica, soprattutto per evitare il trasporto e la conservazione di fonti proteiche più ingombranti come la carne. E benché qualche caso particolare, come quello di celebri personaggi pubblici, possa sorprendere, alla base resta sempre un motivo pratico e funzionale legato all’efficacia nutrizionale.
Infatti, uno degli usi principali degli integratori è quello di fornire i macronutrienti – proteine, carboidrati e lipidi – in maniera dosata e mirata, seguendo i tempi necessari per migliorare le prestazioni o favorire il recupero. Nel corso dell’anno, chi si allena per eventi di lunga durata spesso include barrette o gel energetici durante lo sforzo, ottimizzando il rendimento. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è quanto questa attenzione al timing sia decisiva per evitare cali di energia o influire negativamente sulla fase di recupero muscolare.
La funzione degli integratori nelle diverse esigenze degli sportivi
Gli integratori alimentari non sono tutti uguali e la loro funzione varia molto a seconda di come e perché vengono assunti. Laurie-Anne Marquet li divide in tre grandi categorie, che spiegano le diverse logiche d’uso nel mondo dello sport e della nutrizione. Su tutti, ci sono gli integratori progettati per soddisfare i bisogni energetici degli atleti. In questa classe rientrano le bevande da sforzo, le barrette, i gel e le polveri proteiche, adatti a chi svolge attività di resistenza o di forza, perché mirano a rifornire il corpo di calorie e nutrienti fondamentali per mantenere la performance.

Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno riguarda anche l’uso degli integratori per contrastare le carenze di micronutrienti, spesso accentuate dalla stagione. Questa seconda categoria comprende vitamine, minerali e probiotici, sostanze essenziali per il metabolismo e le funzioni fisiologiche dell’organismo. Questi integratori diventano indispensabili, ad esempio, per chi segue diete particolari o ha difficoltà a raggiungere il fabbisogno quotidiano attraverso il cibo, come nel caso di alcuni vegetariani o vegani che potrebbero trovarsi a dover integrare la vitamina B12.
Infine, esistono gli integratori ergogenici, pensati per migliorare direttamente le performance sportive. Si tratta di sostanze come la caffeina o la creatina, che agiscono sul sistema energetico o sulla resistenza, dando una spinta temporanea nelle prestazioni. Il loro impiego richiede una conoscenza specifica e la consapevolezza degli effetti, elemento che troppo spesso viene trascurato.
Quando e perché integrare i nutrienti in modo mirato
Nel mondo dello sport, non basta mangiare “bene” per garantire il massimo rendimento. In questi mesi, emerge con chiarezza che l’alimentazione deve essere calibrata in base all’attività svolta, con un’attenzione particolare a cosa, quanto e quando si consuma. Qui entra in gioco il valore degli integratori, che possono offrire il supporto necessario senza stravolgere le abitudini alimentari. Per esempio, assumere una barretta energetica durante uno sforzo che supera l’ora e mezza aiuta a sostenere l’organismo senza appesantirlo, allo stesso modo le proteine post-allenamento favoriscono il recupero muscolare evitando carenze.
Un aspetto che sfugge spesso a chi pratica attività fisica a livelli amatoriali è la distinzione tra macronutrienti e micronutrienti. I primi forniscono energia, i secondi svolgono ruoli chiave nelle reazioni chimiche dell’organismo, indispensabili anche per gli atleti. Non si tratta quindi solo di “mangiare di più”, ma di adattare la nutrizione ai fabbisogni specifici e al timing delle assunzioni, per massimizzare ogni sforzo.
In Italia, dove l’interesse per il benessere e lo sport è cresciuto molto, questa prospettiva sta prendendo sempre più piede. Negli sportivi di alto livello, la consulenza nutrizionale è ormai parte integrante della preparazione, con un’attenta valutazione delle necessità individuali e la scelta di integratori che rispettino questi criteri. Lo raccontano gli addetti ai lavori: un approccio così personalizzato evita eccessi o carenze che potrebbero compromettere la salute e le prestazioni.
Alla fine, la propensione a integrare nutrienti risponde a un equilibrio difficile da mantenere senza conoscenze specifiche. È un fenomeno che molti italiani stanno già osservando, sia tra chi pratica sport agonistico sia tra chi segue allenamenti amatoriali con costanza. Quello che emerge con forza è il bisogno di informazione chiara e supporto tecnico, per dare concretezza all’introduzione degli integratori senza rischi inutili.
