Passi il tempo a testare diverse racchette senza mai trovare quella che sembra davvero tagliata su misura per il tuo gioco? La scelta della racchetta da tennis non è mai casuale, perché dietro c’è un equilibrio delicato tra potenza, controllo e facilità di manovra. Non basta solo avere una buona tecnica: orientarsi tra peso, dimensioni e materiali è fondamentale per evitare problemi fisici e ottimizzare la performance su campo. Questo aspetto interessa molti appassionati, soprattutto chi affronta i campi dei circoli italiani con l’obiettivo di migliorare nel tempo. Un dettaglio che molti sottovalutano è la relazione tra il peso della racchetta e il tipo di gioco.
Il peso e le dimensioni che trasformano il gioco
Quando si parla di racchette da tennis, il peso rappresenta il primo elemento da valutare attentamente. In genere, le racchette più leggere, che variano tra i 250 e i 310 grammi, agevolano la manovrabilità e permettono di sviluppare velocemente il proprio gesto tecnico. Sono quindi preferite da chi è agli inizi o da chi punta a un gioco più fluido e rapido. Allo stesso tempo, per chi cerca maggiore potenza e stabilità, la scelta ricade inevitabilmente su modelli più pesanti, che superano i 310 grammi. Il problema nasce quando il peso aumenta troppo, si rischiano infatti fastidi a livello di braccia e spalle, soprattutto in campo amatoriale o durante partite lunghe.

Un fatto poco noto è che aggiungere peso sulla racchetta, per esempio inserendo piccoli pesi di piombo nel manico, è una tecnica adottata da molti giocatori per bilanciare meglio la racchetta a seconda delle esigenze. Tuttavia, questa modifica richiede un certo livello tecnico e una conoscenza della propria struttura fisica. Per questo motivo, chi non ha ancora chiaro il proprio stile deve partire da una scelta conservativa, privilegiando racchette leggere o di peso medio. Inoltre, la dimensione della testa della racchetta impatta sul controllo della palla e sulla facilità di impatto. Le racchette con testa ampia, oltre i 269 cm quadrati, offrono un’area di battuta più grande che aiuta soprattutto i meno esperti a centrare la palla. Al contrario, una testa più piccola aumenta il precisione dei colpi e viene preferita da chi ha già una certa esperienza. Non sorprende che in Italia molti tennisti che partecipano ai tornei amatoriali scelgano proprio una dimensione di testa di tipo “midplus”, un compromesso ragionevole tra forza e controllo.
Bilanciamento e incordatura: la dinamica del peso e delle corde
Il punto su cui si distribuisce il peso lungo la racchetta, noto come bilanciamento o balance point, incide in modo significativo sulla gestione del gesto tecnico. Questo parametro si misura in millimetri dalla base del manico fino al centro della racchetta. Per le racchette standard da 27 pollici (circa 68,6 cm), un bilanciamento intorno ai 320 mm è considerato neutro. Se invece il bilanciamento è spostato verso la testa, cioè 320 mm o più, si tende ad avere maggiore potenza nei colpi ma si perde qualcosa in maneggevolezza. Viceversa, un bilanciamento inferiore a 320 mm migliora il controllo ma richiede uno stile più tecnico, meno basato sulla forza bruta. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che questo dettaglio influisce anche sulle articolazioni: un peso troppo sbilanciato può causare problemi a spalla e polso nel lungo periodo, soprattutto nelle situazioni di gioco più intense.
Altro elemento spesso trascurato è lo schema di incordatura, cioè la disposizione delle corde verticali e orizzontali. Si misura con due numeri (ad esempio 18×20 o 16×18) che indicano la densità. Uno schema più fitto, come 18×20, offre una sensazione di maggiore controllo e stabilità, adatto a chi punta alla precisione. Al contrario, uno schema aperto (16×18 o anche più) favorisce la potenza e l’effetto, per esempio il topspin, elemento importante nel tennis moderno. In Italia, dove il gioco si sta adattando sempre più a colpi rotanti e potenti, molti giocatori stanno virando verso questi schemi aperti. In definitiva, il bilanciamento e l’ordito delle corde rappresentano due facce della stessa medaglia, capaci di modificare sensibilmente il modo in cui si “sente” la racchetta durante la partita.
Materiali e manico: come la qualità si intreccia con il comfort
La struttura delle racchette moderne spesso mescola vari materiali per bilanciare leggerezza e resistenza. Le più diffuse usano grafite, un materiale resistente ma leggero che consente un buon equilibrio tra potenza e controllo. Per chi inizia, invece, le racchette in alluminio rappresentano un’opzione economica ma meno performante. Sul versante delle racchette per agonisti, invece, la fibra di carbonio sta diventando la scelta dominante per la sua rigidità superiore, che permette di ottenere colpi più potenti e un migliore feedback tattile. Un dettaglio che molti sottovalutano riguarda la combinazione di materiali compositi, che ormai dominano il mercato italiano, progettati per offrire diverse prestazioni a seconda del tipo di giocatore.
Passando al manico, la scelta della misura è impensabile senza considerare la presa. Le dimensioni variano in Europa da L0 a L5, corrispondenti tra gli Stati Uniti a misure che partono da 4 pollici a 4 5/8. Scoprire la misura giusta è fondamentale per evitare tensioni muscolari o infortuni, oltre a migliorare la precisione e la tenuta della racchetta. In particolare, chi è indeciso tra due misure dovrebbe orientarsi verso quella più piccola, perché è sempre possibile aumentarne leggermente la circonferenza con un overgrip. Questo accorgimento consente di adattare la racchetta sul lungo termine senza compromettere la qualità del gioco. Chi vive in città lo nota spesso quando prova diversi modelli in negozio: trovare una presa corretta agevola il comfort, specie durante allenamenti intensi o partite prolungate.
Come evidenziano i tecnici del settore, la corretta combinazione di peso, bilanciamento, materiali e misura del manico è ciò che trasforma una semplice racchetta in uno strumento calibrato sulle esigenze individuali. Nel panorama italiano, dove il tennis mantiene viva una comunità di praticanti variegati per livello e stile, questo equilibrio è il vero motore che migliora i risultati e minimizza le tensioni fisiche. Per chi passa dalle prime pallate in campo fino al torneo del circolo, la scelta consapevole della racchetta spesso fa la differenza nel gioco quotidiano.
